L’auto-ipnosi
Abbiamo vissuto molte vite. Questa è una tesi che sostengono molte correnti di pensiero e parecchie religioni. Per quanto ne sappiamo, da ciò che loro ci comunicano, siamo anime millenarie e pertanto viviamo molteplici esistenze.
Siamo sempre noi a decidere se rinascere o meno, nessuno ci obbliga. Dipende da quanto ci sentiamo soddisfatti delle vite che abbiamo già vissuto.
Un medico e psichiatra statunitense, il Dott Brian Weiss, scrisse un libro che mi colpì notevolmente: “Molte vite un solo amore“. Le testimonianze dei suoi pazienti che inizialmente curava con l’ipnosi per smettere di fumare, risolvere traumi o perdere peso.
Quando si accorse che durante le sedute regressive, alcuni di loro andavano oltre i ricordi della loro nascita e raccontavano episodi di vite precedenti a volte anche in lingue diverse mai conosciute.
Il fatto eclatante fu che riferivano dettagli talmente nei particolari, che Weiss andando poi a incrociare le informazioni ricevute con amici e parenti dei pazienti che regredivano, risultavano essere sempre corrette. Non solo, alcuni di loro, senza conoscersi minimamente in questa vita, sotto ipnosi, raccontavano di essere sposati in altre vite.
Il dottor Weiss nel suo libro, sostiene che abbiamo 12 anime gemelle per ogni ciclo vitale, cioè dodici persone a noi care che ritroviamo nelle vite precedenti e successive con altri ruoli.
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Elizabeth è reduce da un amore sbagliato e avviata sulla strada della depressione. Pedro è un ricco giovanotto messicano segnato prima dalla morte del fratello e poi da un’indecisa relazione con una donna sposata. Elizabeth e Pedro non si conoscono, ma il dottor Weiss ha ascoltato da entrambi, durante la terapia di regressione, il racconto dello stesso episodio doloroso risalente a centinaia di anni prima. Dopo essersi amati in una vita precedente, sembrano destinati a ricongiungersi: e l’amore, che dissolve la rabbia e guarisce l’afflizione, rappresenta per entrambi l’unica possibilità di guarigione.
Per intenderci, quello che magari è stato nostro marito nella vita precedente, potrebbe essere nostra madre nella prossima.
Quindi, quando incontrerete una persona ed avete una fortissima sensazione di appartenenza, di complicità, come se la conosceste da sempre, molto probabilmente è una di queste anime a voi affini.
Dovete sapere che la maggior parte dei nostri traumi arriva proprio dalle vite precedenti, dalle morti, più o meno traumatiche che abbiamo vissuto.
Se soffrite di claustrofobia fin da piccoli, probabilmente siete stati rinchiusi nelle fasi appena precedenti al decesso.
I casi più comuni sono le fobie verso l’acqua, che normalmente celano morti per affogamento. Addirittura, molti di noi portano i segni fisici delle vite precedenti.
Sylvia Browne, medium di fama internazionale che ho frequentemente menzionato nei miei libri, mentre teneva sotto ipnosi un ragazzo che stava rivivendo la sua morte durante la guerra di secessione, venne colpito con una raffica di pallottole in pieno petto.
Al suo risveglio, gli chiese di sbottonarsi la camicia. Aveva una mitragliata di nei a raggiera sul torso.
Portiamo visibilmente e mnemonicamente i segni delle nostre vite precedenti.
E’ possibile regredire da soli con l’auto-ipnosi, ma bisogna essere molto bravi a uscirne.
Rivivere la propria morte non è semplice se non si è in grado di vedere i fatti dall’esterno e si rischia di far più danno che il tentativo di cura che si è intrapreso con la regressione stessa.
L’ipnosi regressiva in questi casi, serve per curare quelli che sono i traumi e le fobie provocate da una morte violenta o truce.
L’ipnotista è in grado di tenerci lontano dalla scena, facendocela vivere dall’esterno, in modo da non provocare shock ulteriori.
Chi ha un buon auto controllo e consapevolezza di se può provare, ma consiglio vivamente di farlo, almeno le prime volte, con l’aiuto di una persona fidata.
Personalmente sono riuscita a tornare indietro due volte. Ma ad essere sinceri non è stata un’esperienza positiva, perchè da quando ho scoperto di essere affogata nel lago Michigan con mio fratello Louis, nel 1762, ho iniziato a soffrire di claustrofobia, quindi vi suggerisco di non farlo, se non in casi di estrema necessità e aiutati da un esperto.
La prima volta che tornai indietro ero un uomo di mezza età e senza grandi risorse.
Durante la rivoluzione francese e la presa della Bastiglia, morii tra le fiamme ma stranamente il fuoco non mi ha mai fatto paura, anzi, pensare che volevo fare il pompiere!
Il procedimento è identico a quello della stanza tonda. Quando si è dentro si incomincia a ricordare di 5 anni in cinque anni: che macchina hai avuto, il/la fidanzato/a, la scuola, la patente, insomma i fatti salienti che ci ricordiamo andando a ritroso nel tempo, sino alla nostra infanzia e alla nostra nascita,
La nascita credo sia uno dei traumi peggiori per un essere terreno.
Dal grembo materno, così, si risale nel tempo. Di solito, appare una sorta di cartina geografica, successivamente si sente un forte odore di terra bruciata e di cavalli (Almeno a me è successo cosi) e pian piano si vedono i dettagli.
Come ho detto, per le prime volte è sempre meglio farsi aiutare, forse è meglio anche per le seconde e le terze. Insomma se non si è capaci di vivere le immagini da spettatore esterno alle vicende, è meglio evitare, altrimenti si rischia di peggiorare la situazione e creare ulteriori traumi.
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